Export italiano sotto pressione: dazi USA, dollaro debole e la sfida per le PMI del Nordest
Dazi USA e dollaro debole mettono in difficoltà l’export italiano. Analisi dei settori colpiti, dati su vino e Nordest, e strategie per le PMI.
10/24/20241 min read
Dazi USA: l’impatto sulle esportazioni italiane
Dal 7 agosto 2025 gli Stati Uniti hanno reso operative nuove tariffe doganali.
Per l’Europa, questo si traduce in dazi del 15% su comparti strategici come automotive, farmaceutico, semiconduttori e legno.
Il settore agroalimentare, da sempre simbolo del made in Italy, è tra i più colpiti.
Il vino italiano ha registrato un calo del 10% a luglio 2025 rispetto allo stesso mese del 2024.
Le aziende vitivinicole hanno perso 61 milioni di dollari in soli tre mesi, comprimendo i margini e abbassando i prezzi medi del 13,5%.
Dollaro debole: la “tegola silenziosa” per gli esportatori
Non bastassero i dazi, l’export italiano deve fare i conti con la svalutazione del dollaro.
A settembre 2025 il cambio euro/dollaro ha toccato 1,1854, massimo dal 2021. In meno di un anno l’euro si è rafforzato di oltre il 14%svalutazione dollaro.
Un euro così forte significa prodotti italiani più costosi negli USA, con un impatto diretto sulla competitività delle nostre imprese.
Nordest: dati contrastanti e nuove sfide
I dati Istat sul primo semestre 2025 mostrano un’Italia a due velocità:
Friuli Venezia Giulia: -12,9% nel secondo trimestre, ma saldo positivo grazie a macchinari e mezzi di trasporto verso Germania e USA.
Veneto ed Emilia-Romagna: contrazione rispettivamente del -1,5% e -1,7%, penalizzate da moda e meccanica.
Lombardia: +66,8% nel farmaceutico, in grado di trainare il dato nazionale.
Molte imprese hanno anticipato le spedizioni per aggirare i rincari futuri, mentre altre cercano sbocchi in mercati emergenti come India e Medio Oriente. Tuttavia, la diversificazione non è ancora sufficiente a compensare i cali nei mercati tradizionali.
PMI: resilienza e strategie di adattamento
Nonostante il contesto difficile, l’export italiano mostra tenuta: nel 2024 ha raggiunto 623,5 miliardi di euro, con una flessione minima dello 0,4% rispetto al 2023.
Le PMI, che costituiscono la spina dorsale del sistema produttivo italiano, hanno tre leve principali per affrontare le nuove sfide:
Digitalizzazione – social selling, e-commerce B2B e strumenti di gestione dei dati.
Innovazione e sostenibilità – per rafforzare le filiere e differenziarsi sul mercato.
Diversificazione geografica – aprirsi a mercati emergenti in Asia, Medio Oriente e America Latina.
Conclusione: proteggere il credito per crescere
In uno scenario dominato da dazi, oscillazioni valutarie e incertezze geopolitiche, le imprese italiane devono adottare strumenti di copertura del credito commerciale e analisi dei rischi Paese.
Solo così possono proteggere i propri margini e continuare a competere sui mercati globali.
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